Cannabis light o cannabis medica? Si tratta di due sostanze o della stessa? Spesso si fa confusione ma, nonostante derivino dalla stessa specie della pianta della canapa, le due sostanze hanno composizione ed effetti diversi.

La differenza principale risiede nella percentuale di principi attivi contenuti nella cannabis, in particolare a fare la differenza è la quantità di delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) contenuto nella pianta. Insieme al cannabidiolo (CBD), il THC è il principale principio attivo della cannabis.

La cannabis light

Quando si parla di cannabis light ci si riferisce alla sostanza ricavata dalle infiorescenze femminili della pianta di cannabis , selezionate per il loro basso contenuto di THC e per la ricchezza di CBD, il composto che non ha effetti psicoattivi. Il nome “light” indica proprio la presenza minima di THC in questa sostanza.

Le percentuali dei due principi attivi sono diverse nella cannabis light rispetto a quella illegale. Nella sostanza “leggera”, infatti, la presenza del principio attivo che ha effetti psicotropi è controllata e regolamentata: la concentrazione di THC nella cannabis light non deve superare la quantità dello 0,2%, con una tolleranza che si spinge sotto allo 0,6%.

La bassa concentrazione di THC permette di evitare che la sostanza abbia effetti psicoattivi e l’eccitamento lascia il posto al rilassamento, favorito dalla vasta presenza di CBD, che contrasta l’altro principio attivo della cannabis.

La canapa light non si acquista in farmacia, ma nei negozi specializzati, sia fisici che online, ed è un prodotto rivolto alle sole persone maggiorenni.

La cannabis terapeutica

A differenza della cannabis light, in quella terapeutica la percentuale di THC è solitamente maggiore e va dal 5% al 22%. Si tratta di un tipo di cannabis che viene prodotta solamente per uso medico: anche questa sostanza deriva dalle infiorescenze femminili della qualità sativa, ma la sua produzione segue norme ben precise (GACP e GMP), che garantiscono qualità e controllo, evitando che la pianta venga in contatto con muffe, batteri, metalli pesanti o altri agenti inquinanti.

In Italia, dal 2016, è disponibile la cannabis terapeutica FM2, che contiene dal 5 all’8% di THC e dal 7,5 al 12% di CBD. È la prima sostanza a base di canapa prodotta seguendo le norme europee in materia di medicinali e secondo un processo di produzione controllato. Inoltre, dal 2018, è stata resa disponibile anche la cannabis FM1, con una percentuale di THC che va dal 13 al 20% e quella di CBD minore all’1%.

La cannabis terapeutica, disponibile nelle farmacie, può essere comprata solamente dietro prescrizione medica. In Italia, questa sostanza viene usata soprattutto per il trattamento del dolore cronico e di quello associato alla sclerosi multipla, oltre che per contrastare gli effetti di chemioterapia, radioterapia e terapie per l’HIV (come nausea e vomito). Inoltre, la cannabis può aiutare a stimolare l’appetito nei pazienti anoressici o in quelli oncologici.

Nonostante derivino dalla stessa pianta di cannabis, la sostanza light e quella usata per scopi medici sono diverse, a causa delle differenti concentrazioni di THC e CBD presenti nelle due qualità. Per questo, anche le modalità e gli effetti derivati dal loro utilizzo sono molto diversi.