Il mercato europeo della cannabis medica è destinato a crescere. Vanno in questa direzione le previsioni del rapporto del 2020 Succeeding in European cannabis, concluso da Brightfield Group e Hanway Associates, che hanno esaminato la situazione relativa all’acquisto di marijuana in Europa, fornendo il quadro dei prossimi anni.
“Si prevede che il mercato europeo della cannabis raggiungerà i 359 milioni di dollari nel 2020”, si legge nel testo, che mette in luce una differenza del 25% rispetto al 2019. Entro il 2025, inoltre, il mercato della cannabis terapeutica dovrebbe superare i 3,1 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annua del 52% dal 2020 al 2025. A guidare questo andamento, dominando il sistema economico, sarà la Germania, che rappresenta ad oggi il più grande mercato europeo di cannabis. Il Paese “raggiungerà un fatturato di 265 milioni nel 2020 e si prevede che aumenterà a 2,1 miliardi entro il 2025”, arrivando a costituire circa i due terzi dell’intero mercato europeo. Nonostante la posizione dominante della Germania, il più alto tasso di crescita dovrebbe essere quello del Regno Unito, “che dovrebbe consentire la coltivazione domestica e la prescrizione da parte del medico generico nei prossimi anni”, raggiungendo un tasso di crescita 2020-2025 pari al 98%.
Il rapporto fa il punto anche sulla situazione conseguente alla pandemia da Covid-19 che, secondo gli esperti, non ha limitato in modo importante il mercato della cannabis in Europa. Al contrario, il nuovo coronavirus ha portato “all’espansione dei servizi di telemedicina”: questa nuova possibilità ha permesso ai pazienti che fanno uso di cannabis terapeutica “una via aggiuntiva e più accessibile attraverso la quale ricevere prescrizioni”. In questo modo, le persone che prima si sentivano a disagio o scoraggiati nell’effettuare una visita in clinica, hanno tratto vantaggi dalla telemedicina, contribuendo alla crescita del mercato.
Nonostante la previsione di un aumento dell’uso di marijuana medica, sono ancora molte le sfide che i Paesi Europei devono affrontare per abbattere il tabù dell’uso della sostanza nel trattamento di diverse patologie mediche. In questo senso, un ruolo fondamentale è affidato ai medici che, secondo quanto riferisce il rapporto, possono scoraggiare il paziente ad usare la cannabis, “citando una mancanza di prove cliniche sufficienti, o preoccupati della propria inesperienza”. Per questo, sono necessari ulteriori studi scientifici che possano sostenere l’efficacia della sostanza in alcune circostanze patologiche e una formazione mirata per i medici autorizzati a prescrivere la cannabis terapeutica.
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