La depenalizzazione della cannabis ricreativa in Canada ha avuto un impatto sui ricoveri? È la domanda che si sono fatti alcuni ricercatori, che hanno condotto uno studio per indagare il possibile aumento delle intossicazioni acute causate dalla sostanza dopo la sua legalizzazione.
La cannabis in Canada
In Canada la legislazione riguardante la cannabis si è evoluta nel tempo, soprattutto negli ultimi anni. Inizialmente, già nel 2001, venne consentito l’uso della sostanza per scopi medici, tra cui il trattamento di nausea provocato da chemioterapia, dolore dovuto a diverse patologie, depressione, insonnia, ansia e tremori dovuti a lesioni neurologiche. Fino al 2016, riferisce lo studio, “oltre 129.000 canadesi erano utenti registrati di marijuana medica”. In qui 15 anni, era aumentato anche il consumo di cannabis ricreativa, che era passato “da una stima di 482 tonnellate a 697 tonnellate all’anno”.
Poi, il 17 ottobre del 2018, venne approvato il Cannabis Act che depenalizzò anche l’uso ricreativo della sostanza. Dopo la legalizzazione era stato registrato un aumento del consumo di marijuana: secondo quanto riportano i ricercatori, alcuni studi “hanno dimostrato un aumento dell’uso dal 14 al 20%”. Lo studio pubblicato dai ricercatori canadesi aveva lo scopo di determinare l’eventuale influenza della legalizzazione della sostanza sui ricoveri al dipartimento di emergenza (DE) per intossicazione acuta di cannabis.
Cannabis e visite per intossicazione
Lo studio ha preso in considerazione le visite presso il dipartimento di emergenza nell’arco di un anno, tra il 17 aprile 2018 e 2019, corrispondenti ai 6 mesi prima e dopo il Cannabis Act. Durante i mesi in cui è stato condotto lo studio, sono state registrate 64.152 visite.
I risultati dell’analisi suggeriscono che la legalizzazione della cannabis non ha avuto un impatto sulle visite per intossicazione acuta dovuta alla sostanza. “A seguito della legalizzazione della cannabis- scrivono gli autori- il nostro studio suggerisce che non vi era alcuna differenza nel tasso complessivo di visite al pronto soccorso per intossicazione acuta da cannabis”.
Questa analisi si basa su un periodo di tempo relativamente breve. Per questo, un esame più esteso potrebbe permettere di approfondire eventuali cambiamenti di frequenza e di gravità nei ricoveri, man mano che l’accesso alla sostanza diventa più facile ed esteso. L’obiettivo di studi futuri potrebbe essere, infatti, quello di portare alla luce “i cambiamenti stagionali nel consumo di cannabis e nelle visite”. Come precisano i ricercatori, sono necessari altri studi anche “per indagare su risultati simili, confrontando la cannabis ricreativa e quella prescritta dal medico”.
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