L'ansia è una componente inevitabile della condizione umana, un meccanismo di difesa ancestrale che ha il compito di segnalarci un pericolo e prepararci a reagire. Tuttavia, quando questa reazione naturale si trasforma in un costante stato di allerta, diventa indispensabile intervenire. Il ricorso ai farmaci ansiolitici, in particolare le benzodiazepine, è una soluzione sempre più comune, ma non priva di effetti collaterali e rischi. In un'era in cui l'attenzione verso soluzioni naturali è sempre più in crescita, emerge la necessità di esplorare alternative valide e sicure. Questo articolo si propone di guidarvi attraverso la comprensione dell’ansia, delle cause che la sottendono e delle possibili soluzioni naturali, con un focus particolare sul ruolo del CBD, per gestire l’ansia e lo stress in modo consapevole e informato.
Differenza tra ansia fisiologica e patologica
L'ansia è una reazione normale e adattativa a situazioni percepite come minacciose o comunque stressanti. Quando l'ansia è proporzionata alla situazione, temporanea e funzionale all'adattamento, parliamo di ansia fisiologica. Questa forma di ansia è transitoria e spesso motivata da eventi specifici della vita - come un colloquio di lavoro o un esame – e aiuta l’individuo a concentrarsi e ad affrontare la sfida.
L'ansia fisiologica svolge diverse funzioni utili, tra cui la preparazione del corpo alla "lotta o fuga" attraverso l'aumento della frequenza cardiaca e della tensione muscolare. Inoltre, potenzia l'attenzione e la concentrazione, permettendo di reagire prontamente alle situazioni di pericolo o stress. Una volta che la situazione stressante è risolta o superata, i sintomi dell'ansia fisiologica tendono a diminuire e a scomparire.
Al contrario, l’ansia diventa patologica quando è eccessiva, sproporzionata rispetto alla situazione, persistente nel tempo e interferisce con il normale funzionamento quotidiano e la qualità della vita dell’individuo. Questa forma di ansia può manifestarsi in diversi disturbi, come il disturbo d'ansia generalizzata, il disturbo di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo e le fobie specifiche. I sintomi possono variare, ma includono comunemente preoccupazioni eccessive, tensione muscolare, problemi di sonno, irritabilità e affaticamento.
Fattori Contribuenti e Diagnosi
I fattori che contribuiscono all'evoluzione dell'ansia da fisiologica a patologica sono numerosi e possono includere predisposizione genetica, squilibri neurochimici, stress ambientale cronico e esperienze traumatiche. La diagnosi di ansia patologica richiede un’accurata valutazione medica, fondamentale per identificare la necessità di un intervento terapeutico appropriato e per orientare la scelta tra le diverse opzioni di trattamento disponibili, sia farmacologiche che naturali.
I farmaci ansiolitici
Rappresentano una categoria di medicinali destinati a mitigare, controllare e trattare i sintomi dell'ansia. Questi agiscono principalmente sul sistema nervoso centrale, modulando l’attività dei neurotrasmettitori e inducendo uno stato di calma e rilassamento. Il meccanismo d’azione degli ansiolitici è principalmente centrato sulla modulazione del GABA (acido gamma-amminobutirrico), il principale neurotrasmettitore inibitorio nel cervello. Incrementando l’attività del GABA, questi farmaci riducono l’attività neuronale eccessiva, generando un effetto calmante.
Esistono diverse classi di farmaci ansiolitici, ma i più noti sono le benzodiazepine e i beta-bloccanti. Le benzodiazepine sono spesso prescritte per la loro efficacia immediata, ma presentano rischi di dipendenza e tolleranza. I beta-bloccanti sono invece utilizzati per controllare i sintomi fisici dell'ansia, come le palpitazioni.
Effetti Collaterali dei Farmaci Ansiolitici
L'utilizzo di farmaci ansiolitici, sebbene spesso efficace, può portare a una serie di effetti collaterali anche gravi. Questi variano in base al tipo di farmaco, al dosaggio e alla sensibilità individuale del paziente.
Sonnolenza e Affaticamento: può influire sulla capacità di guidare, operare su macchinari e svolgere altre attività che richiedono attenzione e prontezza.
Dipendenza e assuefazione: l'uso prolungato di alcune classi di ansiolitici, in particolare le benzodiazepine, può portare a dipendenza e assuefazione. Questo significa che nel tempo, potrebbe essere necessario aumentare la dose per ottenere lo stesso effetto, aumentando il rischio di dipendenza fisica e psicologica.
Sintomi di Astinenza: la sospensione brusca o la riduzione della dose di ansiolitici può provocare sintomi di astinenza, che possono includere ansia, insonnia, sudorazione, tremori e, in casi gravi, convulsioni.
Problemi di Memoria e Concentrazione: l’uso di ansiolitici può influire sulle funzioni cognitive, portando a problemi di memoria a breve termine e di concentrazione.
Altre problematiche: nausea, vomito, costipazione o diarrea possono essere gli effetti collaterali più comuni. Inoltre, sebbene gli ansiolitici siano intesi per trattare l’ansia, in alcuni casi possono causare variazioni dell’umore, compresa la depressione.
L’alternativa senza rischi, il CBD
Il cannabidiolo (CBD) ha suscitato un crescente interesse nel campo della medicina per il suo potenziale terapeutico in varie condizioni, inclusa la gestione dell'ansia e dello stress. Diversamente dal Δ9-tetraidrocannabinolo (THC), il CBD non ha effetti psicoattivi e non induce euforia o alterazioni della percezione, rendendolo un candidato interessante come sostituto delle benzodiazepine.
Il CBD agisce sul sistema endocannabinoide, un complesso sistema che regola l’omeostasi del corpo umano, svolgendo un ruolo chiave nella regolazione di numerose funzioni fisiologiche, tra cui l'umore, il sonno e la risposta allo stress. La modulazione di questo sistema può, quindi, influire positivamente sull'equilibrio emotivo e sulla risposta agli stimoli stressanti.
Un aspetto significativo del CBD è la sua sicurezza d’uso. Numerose ricerche hanno evidenziato che, anche a dosaggi elevati, il CBD mostra un profilo di sicurezza favorevole, con effetti collaterali generalmente lievi e transitori. Questo contrasta con gli effetti collaterali spesso gravi associati all'uso prolungato di benzodiazepine, quali dipendenza, tolleranza e sintomi di astinenza. Pertanto, il CBD rappresenta un'opzione terapeutica razionale per coloro che cercano un approccio più naturale e meno rischioso alla gestione dell'ansia.
Nonostante il CBD sia privo di molti degli effetti collaterali associati alle benzodiazepine, è importante sottolineare che non tutti gli individui risponderanno allo stesso modo e che la ricerca è ancora in una fase relativamente precoce. Pertanto, prima di considerare il CBD per il trattamento dell’ansia o dello stress, è bene consultare uno specialista in terapie con cannabis terapeutica per discutere dell’idoneità, del dosaggio appropriato e le potenziali interazioni con altri farmaci.
a cura della Dr.ssa Elisabetta Camporese, esperta in PNEI e Medicina Sistemica