Gli adolescenti appartenenti a minoranze sessuali possono avere più probabilità di fare uso di cannabis per trattare i sintomi di depressione e di ansia. A concluderlo è uno studio pubblicato sul Journal of Abnormal Psychology , che ha esaminato la relazione tra uso di marijuana e depressione e ansia a 13, 15 e 17 anni.
Alla ricerca hanno partecipato 1.548 giovani, di cui 128 sono stati identificati come appartenenti a un orientamento sessuale minoritario, corrispondente in particolare a omosessuali (lesbiche e gay) e bisessuali, definiti Lgb. I partecipanti, spiega News Medical, sono stati seguiti a partire dall’età di 5 mesi e hanno risposto a tre questionari che gli sono stati presentati a 13, 15 e 17 anni. L’analisi è stata condotta su multigruppi, per poter esaminare i modelli in base all’orientamento sessuale. Il campione generale ha mostrato un’associazione minima tra sintomi depressivi e aumento del consumo di cannabis, ma tra i giovani Lgb la relazione si è rivelata significativa rispetto a quella riguardante i partecipanti eterosessuali.
“I partecipanti Lgb - spiegano i ricercatori che hanno condotto lo studio - hanno presentato un’associazione positiva sostanzialmente più ampia tra sintomi di depressione a 15 anni e cannabis a 17 anni, nonché un’associazione negativa tra sintomi di ansia a 15 anni e cannabis a 17 anni”. Lo studio, quindi, oltre a sottolineare una possibile pratica di automedicazione con la cannabis da parte dei giovani Lgb con sintomi depressivi, ha anche scoperto che la presenza di ansia a 15 anni prevede una riduzione dell'uso della sostanza a 17 anni.
Dati che sembrano in contrasto tra loro. In realtà, ha spiegato a News Medical Kira London-Nadeau, prima autrice dello studio, “la differenza tra la relazione depressione-cannabis e la relazione ansia-cannabis potrebbe indicare realtà diverse che i giovani LGB sperimenterebbero, in particolare per quanto riguarda l’esibizione pubblica del loro orientamento sessuale minoritario". Secondo i ricercatori, sarebbero quindi i fattori sociali a svolgere un ruolo fondamentale nell’utilizzo della cannabis terapeutica: gli adolescenti, spiega London-Nadeau, sono alle prese con il difficile compito di individuare la propria identità, operazione già difficile di per sé e “quando si aggiunge la scoperta di un orientamento sessuale minoritario a quello sviluppo dell’identità, le cose si complicano ulteriormente”.
I risultati dello studio rappresentano informazioni importanti, che in futuro permetteranno di capire meglio i bisogni dei giovani appartenenti a minoranze sessuali ed agire di conseguenza. È però necessario approfondire le motivazioni delle associazioni tra cannabis e depressione o ansia nei giovani Lgb e svolgere ulteriori ricerche includendo nel campione “altre comunità che potrebbero avere esperienze simili, inclusi adolescenti trans e non binari, nonché giovani adulti di sesso e genere diversi”.