THC e CBD potrebbero essere efficaci per il trattamento del Covid-19, in unione ad altri farmaci. A rivelarlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori coreani e pubblicato a inizio dicembre sull’International Journal of Biologicacl Macromolecules.
L’obiettivo degli scienziati era quello di stabilire le potenzialità antivirali dei cannabinoidi, tra cui cannabidiolo (CBD) e delta-9- tetraidrocannabinolo (THC), contro il nuovo coronavirus. Per questo, sono stati esaminati 32 cannabinoidi: tra questi, 5 sono stati sottoposti a ulteriori test antivirali in vitro, per capirne le capacità di inibizione di Sars-CoV-2. I cannabinoidi presi in considerazione erano delta-9-acido tetraidrocannabinolico, delta-9-tetraidrocannabinolico, cannabinolo, acido cannabidiolo e cannabidiolo. Dallo studio è emerso che CBD e THC“hanno mostrato una potente attività antivirale contro SARS-CoV-2″. Il meccanismo che li potrebbe rendere efficaci contro il nuovo coronavirus sembra agire in due direzioni: da un lato, i cannabinoidi bloccherebbero la procedure di traduzione virale, inibendo l’ enzima SARS-CoV-2 M pro, mentre dall’altra ridurrebbero i livelli di citochine infiammatorie, agendo sul recettore del sistema endocannabinoide CB2. Per questo, sostengono gli studiosi, “CBD e THC potrebbero funzionare come doppia azione per il trattamento delle infezioni da coronavirus umano”.
Oltre ai cannabinoidi sono stati utilizzati anche i farmaci standard lopinavir, remdesivir e la clorochina. È emerso che THC e CBD “sono stati osservati come molecole antivirali più potenti contro SARS-CoV-2 rispetto ai farmaci di riferimento lopinavir, clorochina e remdesivir”. I ricercatori hanno concluso, quindi la possibilità di usare i due cannabinoidi per trattare i pazienti affetti da Covid-19, in combinazione con altre molecole di farmaci.
Quello portato a termine dai ricercatori coreani non è il primo studio che va in questa direzione. Altri scienziati hanno indagato le proprietà della cannabis, nel tentativo di stabilirne l’efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da Sars-CoV-2. Nella maggior parte dei casi si è arrivati alla conclusione della possibilità di un contributo da parte della cannabis terapeutica nella gestione dei sintomi, anche gravi del coronavirus, come la sindrome da distress respiratorio acuto. Ulteriori studi saranno necessari per valutare le potenzialità dei cannabinoidi sui pazienti affetti da nuovo coronavirus.