Le attuali stime sul fabbisogno di cannabis a uso terapeutico in Italia sono di 2400 Kg all’anno, contro agli attuali 150 Kg prodotti a oggi nello stabilimento militare di Firenze. Tuttavia, negli ultimi mesi le istituzioni si sono impegnate per aumentare la produzione, con ricadute positive sulla salute dei pazienti, ma anche sull’occupazione e nella lotta al mercato nero.
Il punto di svolta per le istituzioni è stato raggiunto lo scorso 17 dicembre con la firma di un accordo tra il Ministero della Difesa e il Ministero della Salute che consiste nell’ampliamento della produzione della cannabis terapeutica in Italia.
Obiettivo: autosufficienza
L’obiettivo di questo accordo prevede l’ampliamento della produzione dello Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze ad almeno 500 Kg all’anno, contro gli attuali 150. Il resto della produzione sarà invece affidato – mediante appositi bandi – anche ai privati, proprio con lo scopo di poter raggiungere l’autosufficienza. Il sottosegretario al ministero della salute, Andrea Costa, aveva di recente anticipato la notizia dell’apertura di nuovi bandi e la firma dell’accordo tra i ministeri era un passaggio fondamentale per andare avanti. Costa ha spiegato: “La firma di questo protocollo è certamente un passo in avanti verso l’autosufficienza della produzione di cannabis terapeutica, una risposta concreta che ci fa guardare al futuro con fiducia. Questo accordo permette di tracciare un percorso nuovo, predisponendo bandi di produzione a cui potranno partecipare sia realtà pubbliche che private”.
Frenare il mercato nero
Raggiungere l’autosufficienza significherebbe tanto per l’Italia. Prima di tutto, renderebbe più agevole per i pazienti l’approvvigionamento della cannabis per le terapie, senza rischiare di rimanerne senza. Contestualmente, si andrebbe a contrastare il mercato nero e l’autoproduzione. A tal proposito, Costa ha confermato: “Dobbiamo sicuramente raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza in tempi rapidi anche per questo motivo. Inoltre, rappresenta un’opportunità per il nostro territorio, anche sotto il profilo occupazionale”.