Di recente si parla spesso di marijuana legale o di cannabis legale. Il più delle volte, però, questi termini vengono usati impropriamente, aggiungendo ulteriore confusione nella testa di chi vuole davvero prendersi cura di sé, grazie ai benefici terapeutici della cannabis. Cerchiamo, dunque, di fare chiarezza sull’argomento con questo approfondimento.
La causa della confusione
Partiamo dal presupposto che questa connotazione di legalità è molto ambigua ed è nata a seguito dell’approvazione della Legge 242/16, che ha semplificato la coltivazione della canapa industriale con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, consentendo tolleranze fino allo 0,6% per cause naturali. Si trattava di una normativa che mirava a sostenere settori come l'agricoltura e l'industria tessile. Tuttavia, la mancanza di chiarezza sull'uso delle infiorescenze ha portato alla nascita di un mercato non regolamentato per la cosiddetta "cannabis light". Di conseguenza, in tanti hanno iniziato a vendere infiorescenze di canapa – anche online - sfruttando un vuoto normativo che ne permetteva l'acquisto legale, causando infiniti dibattiti politici sul tema che non hanno ancora risolto la questione.
Attenzione, quindi: nonostante il nome accattivante, la cannabis light non può e non deve essere considerata un prodotto terapeutico.
La cosiddetta marijuana legale non possiede proprietà terapeutiche clinicamente rilevanti. Nonostante possa contenere alti livelli di CBD (cannabidiolo), molecola nota per le sue proprietà rilassanti e antinfiammatorie, non può garantire nessun reale beneficio terapeutico, poiché non viene dosata né certificata per specifiche esigenze mediche.
L’unica cannabis legale è quella con la prescrizione medica
È inutile girarci attorno: l’unica cannabis legale in Italia è quella che si può acquistare - previa prescrizione medica – direttamente in farmacia. Ed è quella che per convenzione viene chiamata cannabis terapeutica, per differenziarla proprio dalle altre forme nate per meri scopi commerciali.
In Italia, la cannabis è regolata da normative rigorose, chiaramente definite dal Decreto Ministeriale del 9 novembre 2015. La cannabis prescritta dai medici è specificamente formulata per agire efficacemente su patologie anche molto gravi: dal dolore cronico alla spasticità associata alla sclerosi multipla, dalla nausea e vomito indotti da trattamenti chemioterapici fino all'epilessia farmaco-resistente.
Al tempo stesso, viene utilizzata anche per condizioni meno gravi ma comunque importanti per la qualità di vita dei pazienti, quali insonnia o ansia, sempre più diffuse. Il rapporto tra i principi attivi da utilizzare – THC e CBD, giusto per citare i più noti – viene deciso dal medico in base alla specifica patologia o necessità terapeutica.
Tisane e infiorescenze vendute nei cannabis shop oppure online non hanno alcuna rilevanza terapeutica.
Come farsi prescrivere la cannabis
Se desideri usufruire legalmente e in modo sicuro dei benefici della cannabis terapeutica, l'unica strada è affidarti ad esperti qualificati. Puoi richiedere la prescrizione direttamente online, in pochi e semplici passaggi, richiedendo la valutazione preliminare gratuita: clicca qui per cominciare!