I cannabinoidi potrebbero possedere potenzialità antitumorali nei confronti del glioblastoma multiforme, una tipologia di cancro cerebrale. A stabilirlo è uno studio risalente allo scorso marzo e portato a termine da alcuni ricercatori del Regno Unito.
Il glioblastoma multiforme è un tumore molto aggressivo, che colpisce il sistema nervoso e si manifesta quasi esclusivamente nel cervello, ma può espandersi anche in altre parti del corpo. La maggior parte dei tumori che hanno origine nel cervello sono riconducibili al glioblastoma e la sua incidenza è aumentata in tutto il mondo. Le possibilità si sopravvivenza sono basse (solo 15 mesi, secondo gli autori), data l’elevata recidiva e la resistenza alle terapie attualmente effettuate. Per questo, negli ultimi anni, i ricercatori hanno guardato ai cannabinoidi presenti nella Cannabis sativa come possibili alleati per la lotta contro il glioblastoma.
Gli studiosi inglesi avevano l’obiettivo di “determinare se i cannabinoidi da soli o in combinazione con la radioterapia e/o la chemioterapia inibiscono la progressione del tumore, inducono la morte delle cellule tumorali”. Per questo sono stati presi in considerazione diversi studi, che analizzassero gli effetti dei cannabinoidi sulle cellule tumorali. In totale, sono stati individuati 14 studi, di cui 5 in vitro, 2 in vivo e 7 sia in vivo che in vitro, che hanno esaminato l’efficacia di CBD, THC e TMZ.
La revisione sistematica condotta dagli scienziati del Regno Unito ha concluso che “i cannabinoidi possiedono potenziali antitumorali contro le cellule di glioma”. Fino ad ora, però, gli studi disponibili sono pochi e la maggior parte non sono stati condotti su esseri umani. Per questo, per ottenere risultati più accurati, è necessario compiere ricerche più approfondite, per verificare l’effettiva efficacia dei cannabinoidi nel trattamento del glioblastoma multiforme.