La nevralgia del trigemino è un disturbo che si manifesta in una porzione più e meno estesa di un lato del volto. È un’infiammazione che colpisce il quinto nervo cranico, che si divide in tre branche: oftalmica, mascellare e mandibolare. Queste portano stimoli sensitivi e motori a fronte, orbita, guancia, mascella e mandibola.
Questa nevralgia è una sindrome cronica che solitamente colpisce una parte sola del cranio. Le crisi possono essere di durata molto breve – anche di soli due minuti – e del tutto impreviste, nonché in successione continua. Il dolore che si manifesta appare simile a una scarica elettrica, a una frustata violenta. Il disturbo risulta di intensità differente da persona a persona, ma tende a crescere di gravità con il tempo, tanto da rivelarsi in alcuni casi insopportabile ed estremamente invalidante.
Il trigemino ha origine dal tronco cerebrale alla base del cranio: è un vero e proprio collegamento con l’encefalo, a cui inoltra gli stimoli sensitivi e da cui riceve gli impulsi motori. La particolare conformazione del nervo, costituito da fibre motorie e sensitive, si dirama verso tre direzioni differenti: oftalmica, mandibolare, mascellare. La prima riguarda e coinvolge l’occhio, il cuoio capelluto, la fronte e la parte anteriore del viso. La diramazione media raggiunge la guancia, la mascella, il lato del naso, il palato, i denti e le gengive, oltre che il labbro superiore. Infine, la diramazione inferiore riguarda la parte bassa del viso, comprendendo mandibola, labbro inferiore, bocca e lingua, ma può interessare anche i muscoli impiegati per mordere, masticare e deglutire.
La nevralgia si divide in TN1, TN2 e STN: nel primo caso la manifestazione del dolore è lancinante, intermittente, con orari specifici e senza una causa precisa (idiopatica). La nevralgia TN2 è definita atipica con dolore costante, pressante, acuto e con bruciore. Nel caso della STN la manifestazione è conseguente alla presenza di un altro disturbo, come ad esempio la sclerosi multipla.
Le cause della nevralgia non sono ancora state del tutto accertate, ma tra queste si evidenzia la compressione del nervo trigemino con alcuni vasi sanguigni vicini, come l’arteria intracranica. Con meno frequenza questo contatto può avvenire in prossimità della parte d’ingresso del nervo nel tronco cerebrale, con relativa corrosione della sua guaina di protezione, ovvero la guaina mielinica. Altre cause sono riconducibili alla presenza di cisti, patologie varie, formazioni tumorali, anomalie dei vasi sanguigni, emicrania, dolore dentale e malocclusione.
Cosa comporta?
Le cause scatenanti sono tante: spesso chi soffre di nevralgia del trigemino risulta maggiormente sensibile in alcune aree del viso. Anche uno stimolo di bassa intensità può scatenare una reazione dolorosa, ad esempio radersi la barba, lavarsi i denti, masticare, truccarsi, bere bevande troppo calde o fredde. La diagnosi è clinica, confermata eventualmente da esami strumentali, soprattutto con lo scopo di individuarne la causa per stabilirne la cura più adatta, che può essere di tipo farmacologico o chirurgico. Come anticipato, la problematica si presenta con un dolore forte, improvviso e feroce, che può durante pochi minuti o proseguire con ripetizioni temporali, fino a cronicizzarsi se non trattato.
I benefici della cannabis medica
La nevralgia del trigemino è una condizione particolarmente invalidante, soprattutto se protratta nel tempo. Il trattamento dell’infiammazione del trigemino con la cannabis terapeutica può apportare beneficio sul controllo del dolore, soprattutto se il paziente si è dimostrato intollerante o resistente alle terapie di prima linea. Nell’esperienza clinica i pazienti riferiscono un’esperienza positiva con l’utilizzo di preparati a base di THC:CBD (Bediol o FM2) oppure di solo THC (Bedrocan o FM1). La scelta dipende dalla tolleranza individuale, come il risultato. In particolare, il THC è fondamentale per la sua azione analgesica, mentre il CBD aiuta sia per le proprietà antinfiammatorie, sia perché antagonizza gli effetti psicotropi del THC, che non tutti sono in grado di tollerare e che non sono desiderati nell’ambito medicale.