Su Pain Practice di Novembre 2022 è stato pubblicato un nuovo importante studio su cannabis e fibromialgia, dal titolo "Il ruolo della cannabis nelle donne con fibromialgia farmacoresistenti".
Com’è ormai noto, meno di un terzo dei pazienti con Fibromialgia risponde alle terapie farmacologiche classiche. In questo contesto, la cannabis trova il suo razionale d’utilizzo per diventare un medicamento di prima scelta, associando l’assunzione a un vero e proprio cambiamento nel proprio stile di vita e nell’alimentazione.
Fibromialgia farmacoresistente
Precedenti studi hanno messo in evidenza che la cannabis risulta efficace nel controllo della sintomatologia dolorosa e consente di agevolare e allungare il ciclo del sonno. Questo nuovo studio, però, si concentra su un altro aspetto - come è facile intuire già dal titolo – andando a monitorare l’andamento del piano terapeutico con cannabis su un campione di donne con Fibromialgia farmacoresistente. In particolare, la ricerca ha coinvolto 30 donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni che hanno abbandonato il trattamento farmacologico tradizionale sostituendolo a quello con cannabis. Le pazienti coinvolte hanno fornito i feedback ai medici mediante il questionario Bref sulla qualità della vita, elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I risultati dello studio
L’età media delle donne coinvolte nello studio era di 46 anni. Sono state escluse le pazienti in gravidanza. Prima dell’inizio della terapia con cannabis, le pazienti presentavano una scarsa qualità di vita in generale (dolore, disagio e dipendenza da farmacia). Il trattamento con cannabis per 30 giorni ha evidenziato un netto miglioramento della qualità della vita delle pazienti e, per tale motivo, i ricercatori suggeriscono che la cannabis conferma d’avere un ruolo significativo nel trattamento a breve termine della fibromialgia farmacoresistente. Per comprendere gli effetti a lungo termine, però, gli studiosi sottolineano che è necessario approfondire con ulteriori ricerche.