Quando si parla di stress e ansia è fondamentale considerare l'impatto diretto che questi stati emotivi possono avere sulla tensione muscolare, particolarmente nel collo e nelle spalle. Dal punto di vista biologico, il corpo reagisce allo stress attivando la risposta di "lotta o fuga", un meccanismo di difesa primordiale che prepara l'individuo a fronteggiare o fuggire da minacce percepite. Questa risposta comporta una serie di cambiamenti fisiologici, tra cui il rilascio di adrenalina e cortisolo, che a loro volta provocano la contrazione dei muscoli.
I muscoli del collo sono particolarmente suscettibili a questa risposta. In situazioni di stress prolungato - come periodi intensi al lavoro o tensioni personali continue - i muscoli cervicali possono rimanere in uno stato di tensione costante portando a rigidità e dolore, oltre a limitare significativamente il movimento, contribuendo a un circolo vizioso di stress e disagio fisico. Ad esempio, chi lavora per molte ore al computer senza pause adeguate può sperimentare una tensione incrementata nel trapezio e nei muscoli scaleni, che supportano il collo e la testa. Se questa tensione non viene alleviata, può evolversi in dolori cervicali cronici, spesso percepiti come dolori lancinanti o persistenti fastidi al collo. La comprensione di questo collegamento tra stress e tensione muscolare è cruciale per affrontare efficacemente il problema e proporre soluzioni terapeutiche mirate.
Impatto dell'ansia sulla postura
L'ansia agisce non solo a livello neurochimico, ma può anche avere un impatto significativo sulla postura fisica di una persona. Molti individui adottano inconsapevolmente una postura che può essere descritta come protettiva o difensiva. Questa può includere il curvarsi in avanti, il sollevamento delle spalle o il mantenimento di una tensione costante nei muscoli del collo e delle spalle, tutti comportamenti che possono contribuire al dolore cervicale.
Questa postura non ottimale, prolungata nel tempo, può portare a cambiamenti muscolo-scheletrici che accentuano il dolore nel collo. In particolare, la tendenza a tenere la testa inclinata in avanti -spesso aggravata dall'uso prolungato di dispositivi come smartphone e computer - aumenta la pressione sui muscoli e sulle vertebre cervicali. Il peso della testa, in una postura non allineata, esercita una forza maggiore sul collo, equivalente a diversi chili aggiuntivi di pressione sui muscoli cervicali.
Inoltre, l'ambiente di lavoro può giocare un ruolo cruciale nell'esacerbare questi problemi. Una postazione di lavoro non ergonomica, che non supporta una postura corretta, può peggiorare ulteriormente la situazione, causando o intensificando il dolore cervicale. Ad esempio, un monitor posizionato troppo in basso o una sedia che non offre un adeguato supporto lombare possono forzare ancora di più i muscoli del collo, soprattutto in condizioni di stress e ansia.
Effetti dello stress sul sistema nervoso
Lo stress ha un impatto profondo sul sistema nervoso, influenzando direttamente la percezione del dolore e potenzialmente contribuendo all'insorgenza di dolori cervicali. Come dicevamo all’inizio di questo approfondimento, quando una persona è sotto stress il corpo rilascia ormoni come il cortisolo e l'adrenalina, che preparano il corpo a reagire a situazioni percepite come minacciose. Tuttavia, una secrezione prolungata di questi ormoni può alterare il funzionamento normale del sistema nervoso e aumentare la sensibilità al dolore.
Questa condizione è nota come "sensibilizzazione centrale", un fenomeno nel quale il sistema nervoso centrale viene configurato per amplificare i segnali del dolore. In condizioni di stress cronico, anche stimoli minimi o normali possono essere percepiti come dolorosi. Questo può spiegare perché le persone affette da stress continuo possono riportare un aumento della percezione del dolore in diverse parti del corpo, inclusa la regione cervicale.
Studi neurologici hanno mostrato che lo stress può anche influenzare la funzionalità delle aree del cervello coinvolte nella modulazione del dolore, come il cingolo anteriore e la corteccia prefrontale. Un funzionamento alterato di queste aree può non solo intensificare la percezione del dolore ma anche alterare la capacità di gestire efficacemente lo stress, creando un ciclo vizioso che può essere difficile da interrompere.
Il dolore cervicale influenzato da queste dinamiche neurologiche non è solo una questione di tensione muscolare fisica, ma diventa anche un problema complesso che coinvolge interazioni neurali alterate. Diventa pertanto fondamentale un approccio integrato che renda al paziente la possibilità di divenire consapevole della vera natura del suo disturbo comprendendo a fondo le dinamiche conflittuali che lo hanno generato, strettamente legate all’unicità della storia e del vissuto del paziente stesso.
Pertanto, il trattamento efficace di tali dolori non deve concentrarsi solo sulla fisicità del dolore ma anche sulle componenti psicologiche e neurologiche sottostanti. Tecniche di gestione dello stress come la terapia cognitivo-comportamentale, la meditazione e gli esercizi di rilassamento possono essere strumenti preziosi per ridurre l'impatto dello stress sul sistema nervoso e migliorare la gestione del dolore cervicale.
Riduzione del dolore cervicale con farmaci cannabinoidi
L'uso di farmaci a base di cannabinoidi per la gestione dello stress e la riduzione del dolore cervicale rappresenta un campo di interesse crescente. I cannabinoidi rappresentano un’opzione terapeutica promettente grazie alle loro proprietà antinfiammatorie e analgesiche che possono essere particolarmente efficaci nel trattare i sintomi associati a condizioni di stress e tensione muscolare nel collo.
Il CBD, in particolare, interagisce con il sistema endocannabinoide del corpo, un complesso rete di recettori che regolano varie funzioni fisiologiche, inclusa la percezione del dolore. Questa interazione aiuta a modulare la risposta del corpo allo stress e riduce l'infiammazione, contribuendo potenzialmente a un rilassamento muscolare più profondo e a una diminuzione del dolore cervicale. L'uso di cannabinoidi può essere considerato una parte integrante di un approccio più ampio alla gestione dello stress, che può tenere in considerazione anche terapie comportamentali, esercizio fisico e tecniche di rilassamento.
È essenziale avvicinarsi all'uso di farmaci cannabinoidi con cautela e sotto la guida di un professionista sanitario. Per comprendere se la cannabis terapeutica può esserti utile, fai il test qui sotto.
A cura della Dott.ssa Elisabetta Camporese