La cannabis terapeutica per combattere il dolore cronico. È una delle possibilità al centro degli studi dei ricercatori di tutto il mondo che, negli ultimi anni, hanno cercato di dare una risposta all’eventuale efficacia della sostanza per i pazienti affetti da dolore cronico.
E ora, dal Canada, arriva l’ultimo studio in materia, pubblicato sul Canadian Journal of Anesthesia, che ha preso in considerazione mille pazienti, valutando dati demografici, modelli di consumo di cannabis e l’efficacia a lungo termine della sostanza sul dolore dei pazienti.
Le persone che hanno partecipato alla ricerca osservazionale sono state “arruolate” tra l’8 settembre 2015 e il 31 luglio 2018, presso le cliniche di cannabis comunitarie in Ontario (Canada). Lì, gli autori hanno raccolto informazioni demografiche, per poi studiare l’intensità del dolore e “i punteggi di interferenza correlata al dolore” valutati all’inizio, a tre, sei e 12 mesi”. Inoltre, sono stati valutati anche ansia, depressione, qualità della vita, consumo di oppioidi auto riferito e salute in generale.
Dei mille pazienti reclutati, il 76% (pari a 757 persone) ha partecipato a una o più fasi temporali dello studio. In particolare, “a 6 e 12 mesi, sono stati seguiti rispettivamente 230 (30,4%) e 104 (13,7%) dei partecipanti”. La maggior parte di loro (88%) faceva affidamento sulla cannabis per alleviare il dolore. I risultati hanno mostrato che il tempo condizionava in modo significativo il miglioramento dell’intensità del dolore e i sintomi di salute generale. È migliorato anche l’uso di oppioidi: il calo è stato di circa la metà, dal 40,8% iniziale al 23,9% a 12 mesi dalla somministrazione del trattamento a base di cannabis.
La sfida maggiore, svelano i ricercatori, è la raccolta di dati osservazionali a lungo termine di pazienti sottoposti a un trattamento con prodotti a base di cannabis. Tra le persone arruolate per lo studio, circa un terzo ha assunto la sostanza per sei mesi. In questa cerchia di pazienti, concludono gli studiosi “i punteggi di intensità del dolore e di interferenza correlata al dolore sono stati ridotti e i punteggi dei sintomi di salute generale sono migliorati rispetto all’inizio del periodo di studio”.