La cannabis terapeutica è una risorsa importante per migliaia di pazienti in Italia che soffrono di dolore cronico; tuttavia, l'approvvigionamento del farmaco è ancora problematico. Circa l'87,5% dei pazienti che la utilizzano ha avuto difficoltà a reperire la cannabis medica prescritta, e ciò crea notevoli problemi a livello nazionale.
Attualmente, solo sei distributori e una sessantina di farmacie mettono a disposizione la cannabis terapeutica, il che rende ancora più complicato l'accesso alle cure per i pazienti. Sul tema è intervenuto anche Marco Bertolotto, direttore scientifico di Clinn, nonché uno dei massimi esperti in Italia. Nel video (disponibile qui), il Dott. Bertolotto fa il punto sull’ultimo miglio da percorrere per raggiungere il livello di distribuzione degli altri farmaci.
Ad oggi, infatti, il farmaco viene realizzato in modo Galenico solo dalle farmacie che si sono specializzate nel corso degli anni, ma ci sono speranze per il futuro. Recentemente, il Ministero della Salute e l'AIFA hanno autorizzato due distributori all'importazione di due estratti con contenenti rapporti diversi dei principi attivi ad oggi maggiormente conosciuti CBD e TCH.Tuttavia, la normativa italiana prevede che dopo l'autorizzazione di AIFA e del Ministero della Salute, debba esserci anche l'approvazione di ogni singola regione. Ed è proprio qui l’inghippo: questa situazione rappresenta un ostacolo per i pazienti che necessitano di cannabis medica per il loro trattamento, poiché l'approvazione regionale richiede molto tempo - e rende difficile la distribuzione del farmaco in alcune zone d'Italia - e dall’altro fa si che ogni regione applichi normative diverse, rendendo ancor più difficile la sua rimborsabilità come previsto dalla legge.
Il Dottor Bertolotto sottolinea che la cannabis medica prodotta industrialmente e farmaceuticamente potrebbe rappresentare una svolta importante per il settore, in quanto un prodotto standardizzato avrebbe ricadute positive oltre che sui percorsi di cura e sulla ricerca clinica anche sulla riduzione del costo del farmaco.
Il costo elevato della terapia rappresenta infatti la più forte barriera di accesso alle cure per i pazienti, pertanto Bertolotto auspica che, a livello normativo, vi possa essere un miglioramento della legge e una definizione delle linee guida nazionali per uniformare la sua applicazione a livello regionale, compresa la rimborsabilità. Si tratta di un atto dovuto nei confronti delle esigenze dei pazienti, per mettere tutti nella condizione di accedere a un percorso terapeutico in grado di controllare il dolore cronico e migliorare la loro qualità di vita.