L’insonnia è un disturbo legato al sonno che impedisce un corretto e adeguato riposo. Anche davanti a un’evidente stanchezza fisica, chi ne soffre fatica ad addormentarsi oppure a dormire per più ore consecutivamente. Questa condizione può agire sul naturale ciclo sonno-veglia, alterandolo in modo profondo e, nei casi gravi, può trasformarsi in una problematica cronica.

La privazione continuativa del sonno ha effetti sia fisici che psicologici e, nel tempo, può limitare un addormentamento naturale o determinare un riposo agitato e con interruzioni costanti.

Dal punto di vista sintomatico, la condizione si divide in insonnia iniziale, insonnia intermittente – detta anche centrale o lacunare – e insonnia terminale. La prima tipologia si riferisce alla difficoltà ad addormentarsi. La seconda è caratterizzata invece da continui e frequenti risvegli durante la notte, mentre la terminale riguarda risvegli improvvisi e veloci e la conseguente incapacità a riprendere sonno.

Cosa comporta

Dal punto di vista diagnostico, l’insonnia è classificata come transiente, acuta o cronica, in base alla sua tempistica e alla durata. Nel primo caso, l’insonnia persiste per circa una settimana come conseguenza diretta di cambi di ambienti, depressione o forte stress. L’insonnia acuta rende invece complesso il riposo per circa un mese, mentre vengono considerate insonnia cronica tutte quelle tipologie che si manifestano per oltre 30 giorni. Il disturbo può presentarsi in tandem con altre patologie, determinando una condizione generale di malessere, spossatezza fisica e mentale.

Le cause dell’insonnia sono molteplici e possono riguardare l’assunzione di alimenti, bevande eccitanti e stimolanti, uno stile di vita poco regolare oppure situazioni traumatizzanti, vissute o percepite. Anche i dispositivi elettronici presenti nella camera da letto, o i rumori provenienti dall’esterno, possono interferire con il riposo. In alcuni casi, l’insonnia può palesarsi come sintomo o conseguenza di altri disturbi sia fisici che psichici. Su questo fronte, possono ad esempio influire le allergie alimentari o respiratorie, il dolore cronico, l’artrite, l’apnea notturna, i disturbi neurologici, l’ansia e lo stress, nonché problemi di tipo digestivo, gastrointestinale o psicologico.

La Cannabis terapeutica un’alleata contro l’insonnia

Una privazione prolungata del sonno incide negativamente sul benessere fisico e mentale della persona. Nei casi più gravi e sempre su indicazione medica, questo particolare disturbo viene trattato dal punto di vista farmacologico oppure attraverso il supporto della psicoterapia. In questo caso, si parla più propriamente di un percorso di “igiene del sonno”.

Tecniche di rilassamento, uno stile di vita regolare che favorisca i fisiologici cicli di veglia e di sonno, l’esercizio fisico, pasti regolari e calibrati, un ambiente buio: tutto concorre a superare il disturbo. Di recente, è emersa anche l’importanza di spegnere i dispositivi elettronici ed evitare sostanze dall’effetto eccitante, dedicando invece del tempo prima di coricarsi alla meditazione e al rilassamento.

Troppo spesso si sottovaluta il beneficio di un buon sonno. Tutto il nostro corpo è regolato da orologi settati sui ritmi circadiani: l’ipotalamo è l’orologio principale, ma ogni apparato ha il suo orologio interno che segue un proprio ritmo. Tutti questi orologi devono essere sincronizzati per poter permettere al corpo di essere in armonia e quindi percepire benessere. Questo parte da un sonno ristoratore.

Per impostare una corretta terapia diventa fondamentale comprendere il meccanismo alla base dell’insonnia: motivi di salute (apnee notturne, reflusso, ansia, dolori) oppure abitudini (turni di lavoro, nascita di un bambino, viaggi frequenti) e quanto questo sia transitorio o radicato nella vita del paziente.

Mentre si lavora sulla causa dei disturbi, che va assolutamente individuata e trattata, la terapia con la cannabis terapeutica offre un supporto nel migliorare la qualità del sonno, quasi in maniera indipendente dalla causa di partenza. Infatti, un miglioramento nella qualità del sonno è uno degli effetti maggiormente riportati dai pazienti: alcuni perché si sentono più rilassati, altri perché riportano un sollievo da un dolore.

Più raramente si può avere l’effetto opposto: se si è particolarmente sensibili al THC un’assunzione anche terapeutica può portare a sentirsi più euforici, oppure ad un aumento della frequenza cardiaca. Questi effetti generalmente scompaiono con il tempo o trovando un adeguato equilibrio THC:CBD. Resta comunque una risposta molto individuale. Non si può prescindere da una consulenza nutrizionale quale che sia l’eziologia dell’insonnia, mentre il counseling potrebbe essere adatto a situazioni selezionate.

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